Controlli ai confini aperti

Dal 1995 in alcuni Paesi europei non viene controllato più nessuno ai confini. Ma da allora (seitdem) i poliziotti addetti al controllo della frontiera (der Grenzschutzpolizist, -en) non sono rimasti senza lavoro. Continuano a controllare - ma in modo diverso.

[Foto: un poliziotto segnala ad un automobilista di fermarsi - controllo di confine sull'autostrada]

Il poliziotto Andreas Matthis è nella sua macchina di servizio sulla corsia d'emergenza (der Standstreifen, –) dell'autostrada A12, la principale connessione tra Parigi e Varsavia (Warschau). È fermo col motore acceso. "Prima stavamo là al confine (der Grenzübergang, Grenzübergänge) con la Polonia", spiega. Oggi non ci sono più punti di controllo al confine, ma in un area di 30 chilometri dal confine la polizia federale può controllare le auto e seguire i sospetti (der/die Verdächtige, –n) fino al Paese confinante.

Qui al punto di ingresso i poliziotti possono indagare (aufspüren, aufspürte, aufgespürt) su passaggi di confine (der Grenzübertritt, –e) illegali. Matthis indica un veicolo che è appena passato e dice: "quello lì potrebbe essere interessante, ha le targhe (das Autokennzeichen, –) di Lublino ed é pieno (voll besetzt)". Lublino è sul confine orientale polacco. Da lì arrivano spesso bielorussi o ucraini che in effetti hanno un permesso di soggiorno (die Aufenthaltsgenehmigung, –en) per la Polonia, ma che non permette di andare in altri Stati dell'accordo di Schengen (das Schengener Abkommen, -).

Schengen, un paesino in Lussemburgo nelle vicinanze dei confini con la Germania e la Francia. Là Germania, Francia, Belgio, Lussemburgo e Olanda (die Niederlande) decisero (beschließen, beschloss, beschlossen) di aprire gradatamente (Schritt für Schritt) i loro confini. Oggi tutti i 3800 chilometri dei confini tedeschi sono senza controlli. Questo semplifica (erleichtert) i viaggi in ingresso e in uscita per chi viaggia per affari (der Geschäftsreisende, -n) e per i turisti. Ma rende anche più semplice portare illegalmente oltre il confine persone e beni, come ad esempio auto rubate.

Dopo un paio di minuti Matthis ha raggiunto l'auto polacca sull'autostrada e segnala al guidatore che si deve andare verso un'area di sosta. Matthis scende, raccoglie i documenti dei cinque passeggeri polacchi e li controlla. Questa volta è tutto in regola. Ma non è sempre così: Wilhelm Borgert, capo di Matthis, spiega: "la percentuale di successi (die Trefferquote, –n) dei miei pubblici ufficiali è piuttosto alta. L'anno scorso abbiamo concluso con successo più di 1200 indagini (die Fahndung, –en), tra le quali più di un terzo con un ordine di arresto (der Haftbefehl, –e)".
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Deutsche Welle Top-Thema 02 aprile 2010.

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