Imparare il tedesco in Africa

In Camerun ci sono circa 300.000 persone che stanno imparando o parlano il tedesco. Con la conoscenza (die Kenntnis, -se) del tedesco si può trovare un buon lavoro - e imparare (erfahren [erfährst, erfährt], erfuhr, erfahren) molto sulla propria storia e cultura.

[Foto: una lezione di tedesco a scuola, come in Francia - uno studente di tedesco sorride alla macchina fotografica]

Il tedesco é di moda (angesagt) in Camerun. In nessun Paese africano viene probabilmente (wahrscheinlich) parlato così tanto tedesco come qui. David Sino é il capo della facoltà germanistica in Jaunde. Riporta (berichten, berichtete, berichtet) che sempre più giovani studiano germanistica nella sua facoltà. Il Camerun é stato fino alla prima guerra mondiale una colonia tedesca. Ma non é questo il motivo per il peculiare (besondere) ruolo della lingua tedesca nel Paese.

"Paradossalmente (paradoxerweise) ha a che fare (zusammenhängen, zusammenhing, zusammengehangen) con i francesi. Perché la Francia, dopo la prima guerra mondiale, é stata responsabile (zuständig) per l'amministrazione (die Verwaltung, -en) di una grossa parte del Camerun. In Francia il tedesco era a scuola una materia obbligatoria (das Pflichtfach, Pflichtfächer) e in Camerun il sistema scolastico francese é stato copiato integralmente (eins zu eins übernehmen [nimmst, nimmt], übernahm, übernommen) - inclusa anche la lingua straniera tedesca come materia scolastica.

Charles Ekollo studia germanistica. Spera di trovare dopo un buon lavoro come insegnante di tedesco o nei servisi diplomatici. Inoltre gli piacerenne imparare di più su sé stesso. Spiega che "occupandomi della storia delle relazioni (die Beziehung, -en) tedesco-camerunensi, scopro anche qualcosa sulla mia storia come africano. Impariamo davvero poco a scuola della nostra tradizione e storia".

Irene Bark, a capo del Goethe-Institut in Jaude, dice: "i corsi di lingua sono naturalmente il nostro pane quotidiamo, ma investiamo anche molto tempo in eventi (die Veranstaltung, -en) culturali". L'istituto organizza (veranstalten, veranstaltete, veranstaltet) sfilate di moda (die Modenschau, –en), serate cinematografiche (die Filmnacht, Filmnächte) e letture (die Lesung, -en). Anche Hilaire Mbakop, presidente del club degli scrittori in lingua tedesca in Africa, vorrebbe fare qualcosa per la diffusione (die Verbreitung) della lingua tedesca e sostiene: "dobbiamo cercare di usare il grosso mercato di lingua tedesca. Anche per evitare (umgehen, umging, umgangen) qui in Camerun la censura".
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Deutsche Welle Top-Thema 29 gennaio 2010.

Prima la politica, dopo gli studi

Da un giorno all'altro (über Nacht) la studentessa Agnieszka Malczak é diventata un deputato federale (der/die Bundestagsabgeordnete, –n) dei Verdi. Perciò la ventiquattrenne ha cambiato completamente la sua vita. Ma per lei questo non é un problema.

[Foto: Agnieszka Malczak é già (bereits) un deputato federale a 24 anni]

Sono le otto della sera. Al caffè Chagall, nelle vicinanze dell'università Humboldt a Berlino, gli studenti siedono alle tavolate e bevono birra. Agnieszka Malczak ha ordinato un ginger ale, perché la sua giornata di lavoro non é ancora terminata. Un'altro incontro la attende. "Il tempo delle dormite é ormai definitivamente finito", dice la ventiquattrenne. Da quando é un deputato federale ha molti appuntamenti. E al parlamento la presenza é obbligatoria (die Anwesenheitspflicht, -en).

Non sembra necessariamente che Agnieszka abbia questo nuovo lavoro. Ha lunghi capelli rossi, porta la gonna e gli stivali e un piercing al labbro (das Lippenpiercing _). Quasi nessuno tra gli studenti immagina (ahnen, ahnte, geahnt) che siedono vicino a un deputato federale. Dopotutto (schließlich) é proprio una di loro: dal 2004 studia scienze politiche, filosofia e diritto pubblico a Tubinga (Tübingen).

Contemporaneamente (zeitgleich) all'inizio degli studi la nativa polacca é diventata anche un membro attivo dei Verdi. É sempre stato il suo sogno diventare un deputato federale, per lottare al più alto livello politico per le sue convinzioni (die Überzeugung, -en). Che il sogno si realizzasse (ein Traum geht in Erfüllung) così velocemente alle passate elezioni l'ha molto sorpresa.

Il lavoro politico ha accompagnato la studentessa già dall'inizio. Durante i suoi studi si é molto occupata di ricerche sulla pace, e come deputato federale é stata nominata dai Verdi rappresentante per le politiche di disarmo (die Abrüstung, –en). La doppia vita di studentessa e deputato non é per Agnieszka un problema. Quindi ha deciso deliberatamente (bewusst) per un appartamento nel quartiere multiculturale di Kreuzberg.
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Deutsche Welle Top-Thema 26 gennaio 2010.

La parolaccia del 2009

Una volta all'anno la Germania si guarda indietro per (zurückblicken, zurückblickte, zurückgeblickt auf) vedere cosa é cambiato (bewegen, bewegte, bewegt) nel Paese e come é stato assorbito questo dal linguaggio. Ogni parola che viene recepita (auffallen [fällst, fällt], auffiel, aufgefallen) come particolarmente negativa può diventare la "parolaccia (das Unwort, Unworte/Unwörter) dell'anno".

[Foto: lavoratori che protestano - sono dipendenti che in modo poco piacevole (unbequem) sono "avvelenati dai sindacati (betriebsratsverseucht)]

La parolaccia del 2009 é "betriebsratsverseucht". In una trasmissione televisiva un dipendente (der/die Angestellte, -n) di una ditta ha spiegato che i caporeparto usano questa parola per i lavoratori (der Arbeitnehmer, -) che si impegnano per i propri interessi nei sindacati (der Betriebsrat, Betriebsräte). La giuria che sceglie la "parolaccia dell'anno" ha motivato la sua scelta con queste parole: "La percezione (die Wahrnehmung, -en) degli interessi dei lavoratori disturba a tal punto molte ditte, al punto da chiamarla pestilenza (die Seuche, -n) é proprio un minimo (der Tiefpunkt, –e) linguistico nelle relazioni con i salariati."

La scelta della parola "betriebsratsverseucht" é un segno dei crescenti problemi del mercato del lavoro tedesco: I dipendenti che sono nel sindacato non vengono ben visti dai datori di lavoro. Quando uno di questi dipendenti cerca in seguito un nuovo post spesso ha meno possibilità di altri.

Come "parolaccia dell'anno" possono essere segnalate parole o termini che siano offensive (unangemessen) o perfino violino i diritti umani (die Menschenwürde _). L'ex presidente federale Johannes Rau disse, nel maggio 2000: "Chi si indigna per (sich empören, empörte, empört über) i crimini della xenofobia (die Fremdenfeindlichkeit _) non deve trascurare (überhören, überhörte, überhört) le parolacce altrimenti questo porta spesso creare un circolo vizioso. Le parolacce preparano il campo (den Boden bereiten, bereitete, bereitet) ai crimini.

La "parolaccia dell'anno" é stata scelta per la prima volta nel 1991. Tutte le abitanti e gli abitanti possono suggerire (vorschlagen [schlägst, schlägt], vorschlug, vorgeschlagen) parole. I suggerimenti arrivano da tutti i campi: dalla politica, cultura, economia, tecnica, scienza e dai media. Per l'anno 2009 sono state fatte 2018 indicazioni per la "parolaccia dell'anno".
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Deutsche Welle Top-Thema 22 gennaio 2010.

Un Paese ha bisogno d'aiuto

Nel 2004 sono stati schierati (stationieren, stationierte, stationiert) 7000 soldati delle Nazioni Unite ad Haiti. Da allora i caschi blu (der Blauhelm, -e) cercano di stabilizzare (stabilisieren, stabilisierte, stabilisiert) uno dei Paesi più poveri al mondo. Eppure la missione in Haiti é controversa (umstritten).

[Foto: Truppe ONU davanti a un carro armato - Truppe ONU ad Haiti]

Solo pochi anni fa i soldati della missione di pace (die Friedenstruppe, -n) dell'ONU di fidavano (sich trauen, traute, getraut) di passare solo nei carri armati per Raboteau, il quartiere povero (das Armenviertel, _) di Gonaïves. Dopo la fuga del presidente Aristide nel 2004 il quartiere era sotto il completo controllo di gruppuscoli armati. Esecuzioni (die Hinrichtung, -en) erano all'ordine del giorno. Governo, polizia e giustizia non funzionavano più. Oggi i soldati vanno a piedi per le strade.

Le Nazioni Unite hanno mandato più di 7000 soldati dei caschi blu nel 2004 ad Haiti. Il portavoce dell'ONU David Wimhurst spiega: "Ci occupiamo di fare qui uno Stato di diritto (der Rechtsstaat, –en) funzionante ... che rispetti (achten, achtete, geachtet) i diritti umani e che renda sicuri i confini". É orgoglioso dei successi dopo cinque anni di attento (aufmerksam) impegno civile (das zivile Engagement). I caschi blu hanno reso sicure non solo le elezioni del 2006, hanno anche aiutato negli (beitragen, beitrug, beigetragen zu) aiuti per la catastrofe, quando Haiti é stata violentemente inondata (überschwemmt) nel 2008.

All'impegno civile appartengono anche i centri di formazione diffusi in tutto il Paese (landesweit) in cui gli haitiani imparano come si debba organizzare la raccolta dell'immondizia (Müll entsorgen, entsorgte, entsorgt) e come potabilizzare l'acqua (Wasser aufbereiten, aufbereitete, aufbereitet). "Sta a voi!" é il titolo del progetto. Gli eventi dovrebbero portare gli haitiani a diventare attivi per conto loro.

Eppure la missione ONU in Haiti non é priva di controversie: Spesso é intervenuta in passato in conflitti (die Auseinandersetzung, –en) armati. Jan Hansen dell'organizzazione per i diritti umani "Justitia et Pax" é dell'opinione che le Nazioni Unite si debbano ritirare (sich zurückziehen, zurückzog, zurückgezogen) perché lo Stato di Haiti possa occuparsi da sé dei suoi abitanti. Ma Wimhurst é del parere che l'ONU assieme al governo debba democratizzare (demokratisieren, demokratisierte, demokratisiert) Haiti, occuparsi della crescita (ankurbeln, ankurbelte, angekurbelt) economica e ricostruire (neu aufbauen, aufbaute, aufgebaut) il Paese. Una fatica di Ercole (die Herkulesaufgabe, –n), soprattutto dopo il forte terremoto (das Erdbeben, –) all'inizio del 2010, che ha lasciato il Paese in condizioni catastrofiche (katastrophal).
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Deutsche Welle Top-Thema 19 gennaio 2010.

Elvis in turco

Il quarantunenne Nevrez Caliskan é un imitatore professionale di Elvis. Nel suo Paese lo conoscono tutti, ha anche un fanclub. Vuole perfino registrare (aufnehmen [aufnimmst, aufnimmt], aufnahm, aufgenommen) un CD in memoria del king - con testi in turco.

Foto: l'imitatore di Elvis nella sua replica (originalgetreu) dell'abito - nessuno é così figo (cool) come Elvis!]

Quando Nevrez Caliskan é per la strada in Duisburg-Hochfeld, viene salutato da molta gente. Lì é una piccola celebrità. Il suo segno distintivo (das Markenzeichen, –): gli occhiali da sole e una giacca di pelle nera. Ma sono in pochi a sapere il suo vero nome. Perché in molti lo conoscono solo come "Elvis".

Ha scoperto la sua passione (die Begeisterung, _) per il "King of Rock'n'Roll" a diciannove anni, quando le televisioni hanno trasmesso le registrazioni dei concerti (der Konzertmitschnitt, –e) nell'anniversario della morte (der Todestag, -e) di Elvis. "Il suo modo di cantare e di ballare e il suo modo, come era apprezzato (gut ankommen, ankam, angekommen bei), era ganzo!" dice Nevrez Caliskan. Lo hanno impressionato (begeistern, begeisterte, begeistert) soprattutto i suoi modi attraenti e i passi di danza. Voleva essere proprio come Elvis. Ha imparato a cantare e ballare e a vestirsi (sich kleiden, kleidete, gekleidet) proprio come il suo modello (das Vorbild, –er).

Dalla sua prima esibizione (der Auftritt, -e) alla propria festa per il diploma Nevrez Caliskat ha rielaborato (arbeiten, arbeitete, gearbeitet an) la sua performance. Come studente il suo hobby era diventato anche un secondo lavoro (die Nebentätigkeit, –en) e intratteneva la gente alle feste cittadine o a feste di club. Grazie a svariate apparizioni televisive é diventato più famoso. Questo é stata il suo successo (der Durchbruch, Durchbrüche). Ha ottenuto inviti, lavori, e un proprio fanclub. Correntemente (mittlerweile) ha più di 200 canzoni di Elvis nel suo programma. Si fa fare le sue repliche degli abiti di scena in Turchia. Ma a causa del suo successo ha solo poco tempo per il suoi studi in economia.

Nevrez Caliskan non trascura (vernachlässigen, vernachlässigte, vernachlässigt) l'amore per il suo grande modello. Al contrario: con la band di Duisburg "Teddy Technik" vuole registrare un doppio CD con i classici di Elvis. Ma cantati in turco. E ha pure altri piani: "Il mio sogno é di passare dalla musica ai film, proprio come Elvis. Perché non si può convincere (überzeugen, überzeugte, überzeugt) tutti con il rock and roll. O lo si ama, o no".
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Deutsche Welle Top-Thema 15 gennaio 2010.

Il fallimento come una possibilità

A causa della crisi finanziaria (die Finanzkrise, –n) molte aziende nel 2009 sono state spinte (treiben, trieb, getrieben) al fallimento (die Insolvenz, -en). In totale ci sono state 35.000 fallimenti (die Pleite, –n) aziendali. É una crescita (der Zuwachs, Zuwächse) del 16%. Eppure l'insolvenza non deve sempre significare la fine.

[Foto: la parola "Insolvenz" mostrata con tessere dello scarabeo - a volte aziende possono essere salvate (retten, rettete, gerettet) nonostante il fallimento]

É passato quasi un anno dalla pratica di fallimento (der Insolvenzantrag, Insolvenzanträge) della catena di magazzini Hertie alla sua definitiva chiusura (das Aus, -). Eppure i proprietari (der Eigentümer, –) di Hertie hanno voluto fare tutto il meglio per far tornare a vivere (beleben, belebte, belebt) nel 2007 lo storico (traditionsreich) nome. Ma la delusione (die Enttäuschung, -en) é seguita velocemente: già nel 2008 il principale investitore Dawnay Day é stato vittima della crisi finanziaria e ha trascinato Hertie con sé. La catena di grandi magazzini dovette registrarsi (anmelden, anmeldete, angemeldet) per il fallimento.

L'avvocato di Düsseldorf Biner Bähr si é specializzato (sich auf etwas spezialisieren) in fallimenti. Ha già trattato (bearbeiten, bearbeitete, bearbeitet) centinaia di casi. All'inizio era ottimista su Hertie. La consapevolezza (die Einsicht, –en) che per Hertie non c'era più futuro gli venne per la prima volta molto tardi, racconta il curatore (der Verwalter, -) fallimentare. Anche altre aziende tedesche sono state colpite (treffen [triffst, trifft], traf, getroffen) dalla crisi finanziaria. Ma diversamente da Hertie alcune sono riuscite a sopravvivere all'insolvenza e per lo meno mantenere (behalten [behältst, behält], behielt, behalten) una parte dei loro posti di lavoro.

Il fallimento - una sentenza capitale (das Todesurteil, -e) o una possibilità? Frank Kebekus, portavoce della provincia di Gravenbruch, in cui i più importanti studi legali (die Kanzlei, –en) tedeschi si sono uniti, spiega: "Non dico che un fallimento sia sempre la giusta misura. Ma per lo meno é sempre una opzione". Lo dimostra anche il caso della Josef Kenning, ditta di pittura di Düsseldorf. L'azienda é una ditta familiare assolutamente normale. Tranne in una cosa: al comando c'é (das Sagen haben) il curatore fallimentare. E questo dal 2002.

"É stata dura", ricorda il capo pittore Michael Kennig. "Andare in tribunale per presentare la richiesta, é una cosa difficile da fare". Molti cambiamenti di base (grundlegend) furono necessari per salvare la azienda di pitture. Il numero di dipendenti é stato ridotto da più di 50 a una buona ventina (gut 20), il tempo di lavoro reso flessibile (flexibilisieren, flexibilisierte, flexibilisiert). I cambiamenti hanno pagato (sich auszahlen, auszahlte, ausgezahlt). Gli affari dell'azienda di pitture di Düsseldorf sono nel fattempo tornati stabili al punto che l'azienda ora può essere risanata.
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Deutsche Welle Top-Thema 12 gennaio 2010.

Il futuro di internet

Internet: non se ne può più fare a meno (nichts geht mehr ohne). Negli ultimi anni é cambiata completamente. E la tecnologia si sviluppa ancora. La tendenza verso una maggiore mobilità offre maggiori libertà, ma porta con sé anche rischi.

[Foto: due giovani donne siedono con un laptop nel parco - navigare per la strada (unterwegs), da molto non é più un problema!]

Non bisogna tornare troppo indietro nel tempo, per tornare a quando non c'era internet. Non c'era email, niente download di mp3, niente YouTube e nemmeno ultime notizie a portata di mouse. La rete (das Netz, -e) ha completamente cambiato il mondo. L'ultima rivoluzione ha portato (einleiten, einleitete, eingeleitet) telefoni cellulari (das Handy, -s) predisposti ad internet (internetfähig), come l'iPhone della Apple. Con loro internet é diventata mobile. Chi finora aveva scritto email o aveva navigato su internet (im Netz surfen) a casa o in ufficio, può adesso farlo anche per strada.

Il trend a favore di una maggiore mobilità crescerà (anhalten [hältst, hält], anhielt, anhalten). E questo concerne anche i dati personali. Da qualche tempo c'é una tecnologia che nei prossimi (kommend) anni dovrebbe diventare un fenomeno di massa: i propri dati non sono più salvati sul disco fisso (die Festplatte) locale (heimisch), ma in internet. Così possono essere acceduti dappertutto: dal computer (der Rechner, –) in ufficio, dal laptop o dal cellulare.

Ma c'é anche il lato negativo, dato che la rete sa sulle persone tanto quanto mai nessuno prima. Ad esempio viene criticata l'azienda internet Google, che raccoglie e analizza dati. Soprattutto dopo gli scandali nella protezione dei dati (der Datenschutz _) dell'ultimo periodo molte persone hanno notato che non é indifferente quali tracce si lascino sulla rete o a chi si affidino (anvertrauen, anvertraute, anvertraut) i propri dati. In seguito a ciò negli ultimi anni sono le grandi aziende operanti su internet più sotto controllo (auf die Finger schauen) di prima.
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Deutsche Welle Top-Thema 08 gennaio 2010.

Niente carne al giovedì

Nella città belga di Gent di giovedì é sempre giorno del vegetariano (der Vegetarier, -). Anche a scuola i bambini devono imparare a trovare appetitosa la verdura. E questo non é solo bene per la salute, ma anche per l'ambiente.

[Foto: bovini (das Rind, -er) in un prato - di giovedì non vanno nel piatto ...]

Un giovedì a mezzogiorno nella scuola elementare (die Grundschule, –n) belga Freinetschool De Boomgaard: nella mensa (die Kantine, -n) é proprio tempo di pranzo. Come tutti i giovedì non c'é carne nel menù. Lo studente undicenne Jakob Preuss spiega: "Oggi tutti mangiano vegetariano. Nessuno può portarsi carne." Dal settembre 2009 in tutte le 35 mense scolastiche di Gent una volta alla settimana solo piatti vegetariani. Questa idea viene da EVA, l'organizzazione vegetariana belga.

La verdura non é solo sana, ma ha anche un buon sapore. Lo devono imparare già i più piccoli. In questo modo la città di Gent vuole contrastare (vorbeugen, vorbeugte, vorgebeugt) il sovrappeso (das Übergewicht, –e) nei bambini. Ma per gli iniziatori del giorno vegetariano non é solo una questione (es geht um) di alimentazione più salutare, ma anche di ambiente: per la produzione di un chilo di carne di manzo sono necessari circa 1500 litri d'acqua. Inoltre il mantenimento degli animali (die Tierhaltung _), come dice l'ONU, é responsabile di un quinto dei gas serra (das Treibhausgas, -e). Un minore consumo di carne significa anche difesa ambientale.

Un belga medio mangia (verspeisen, verspeiste, verspeist) nella sua vita circa 1800 animali. Già con un giorno senza carne alla settimana diminuirebbe il consumo di carne di una persona nel corso della sua vita di 250 animali. Questo si legge nell'opuscolo (die Broschüre, –n) informativo che é gestito dalle scuole della città di Gent. Da quando c'é il giorno vegetariano si parla alla scuola elementare Boomgaard di più di nutrizione e soprattutto di consumo di carne. Più del 90 percento dei genitori supporta il giorno vegetariano, dice la direttrice scolastica.

L'iniziativa ha riscosso un grande interesse (stoßen [stößt, -], stieß, gestoßen auf Interesse) internazionale. Giornalisti e politici da tutto il mondo hanno chiamato a Gent per saperne di più. In Belgio ci sono già altre due città che hanno seguito l'esempio (einem Beispiel folgen, folgte, gefolgt), e in Colombia si sta meditando di introdurre (einführen, einführte, eingeführt) un giorno senza carne alla settimana nell'intero paese. Persino la popstar Paul McCartney in eventi pubblici in Gran Bretagna fa pubblicità per una iniziativa simile.
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Deutsche Welle Top-Thema del 05 gennaio 2010.

A casa in nessun posto

I bambini i cui genitori hanno lavori internazionali traslocano spesso e fanno la conoscenza di molti paesi stranieri. Ma in realtà non sono da invidiare (beneidenswert). Molti non si sentono davvero a casa in nessun posto (nirgendwo).

[Foto: Tamara Khamis - Tamara deve spesso riambientarsi (sich neu einleben, einlebte, eingelebt)]

Tamara Khamis, figlia di un diplomatico yemenita, é nata in Giordania, ha vissuto da bambina un po' in Yemen e poi ha traslocato in Gran Bretagna e in Austria. Al momento (zurzeit) vive in Berlino. Non ha una vera e propria patria. "Sono vissuta in così tanti diversi Stati che la mia patria si divide in (verteilen, verteilte, verteilt auf) un sacco di posti", dice.

Allo stesso modo di Tamara succede anche per molti altri giovani e bambini: a causa della globalizzazione oggi devono sempre più familie cambiare residenza. Angela Ittel, professoressa all'università tecnica di Berlino, ha esaminato questo sviluppo in una ricerca. Ha chiesto a giovani come se la cavano con (umgehen, umging, umgangen mit) i frequenti traslochi (der Umzug, Umzüge) e i continui (ständig) cambi culturali.

Lo studio di Ittel mostra che la maggior parte dei giovani non hanno problemi con ([gut] zurechtkommen, zurechtkam, zurechtgekommen mit) la situazione. Si adattano alla nuova residenza (sich an einem neuen Ort einleben) velocemente, trovano amici e spesso vanno bene a scuola. Ma hanno un concetto (der Begriff, -e) di patria completamente diverso dagli altri bambini, che vivono sempre in uno stesso posto. Non si sentono a casa (heimisch) in alcun post, ma piuttosto sentono dappertutto un po' come la loro patria.

Tamara é a suo agio a Berlino, e questo soprattutto grazie alla scuola che frequenta: la scuola Nelson Mandela é molto internazionale, e anche molti dei suoi compagni di scuola vengono dall'estero. Anche lo studio di Angela Ittel mostra quanto l'ambiente scolastico sia importante per bambini come Tamara. Più la scuola é consapevole (bewusst) della situazione eccezionale che i bambini affrontano, dice Ittel, e più é facile per loro l'integrazione.
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Deutsche Welle Top-Thema del 01 gennaio 2010.