L'abito fa il monaco

"Kleider machen Leute" (Gli abiti fanno le persone) è il titolo di un racconto del zurighese Gottfried Keller (1819 - 1890) che è diventato proverbiale.

Camicia (das Hemd, -en), blusa, blazer: l'abbigliamento decide se veniamo rispettati (ernst nehmen) al lavoro. La prima impressione è la più importante. Per questo motivo spesso le aziende hanno un dress-code (regole per stabilire quale sia l'abbigliamento appropriato).

[Foto: un completo da uomo con cravatta - serio e neutrale: l'abito per il lavoro]

Ci sono critiche se Angela Merkel non ha l'acconciatura a posto. Gli elettori hanno una precisa immagine di come i politici devono apparire. E sono critici soprattutto sulle politiche. Dalle donne in politica non ci si aspetta soltanto che vestano con abiti seri ma anche siano femminili. Ci sono dress-code in molte professioni. Sia che si tratti di praticità o di essere presi sul serio.

Josefine Paul è nuova alla politica. Ritiene che il dress-code stabilito per i politici sia pratico. In privato la deputata del partito "Die Grünen" (i verdi) veste volentieri jeans e t-shirt. In contrasto (hingegen) bluse, blazer e pantaloni eleganti (die Stoffhose, -n) sono gli abiti di lavoro per Josefine. Dice: "Alla mia età, 28 anni, non si vuole attirare necessariamente l'attenzione (auffallen [fällst, fällt], auffiel, aufgefallen) come tipo estroso (flippig), ma piuttosto essere presi sul serio. A volte questo un po' più facile se si indossa una blusa e un blazer."

La trainer per l'etichetta (die Etikette, -n) Gabriele Krischel è dell'opinione che in certe professioni il vestito funziona come una uniforme: ci si sente più sicuri e non si deve stare a pensare cosa sia giusto o sbagliato. Krischel spiega: "si dice che non si possa cambiare la prima impressione dei primi 30 minuti." Perciò è in molte professioni importante sapere cosa vuole il cliente. Se ad esempio una banca lasciasse lavorare i suoi stagisti (der/die Auszubildende, -n) in jeans e camicia, questi verrebbero ignorati dai clienti. Cosa venga ritenuto neutrale come abito da lavoro è naturalmente una questione di cultura e tradizione. In Germania a tuttoggi sempre più aziende fanno come la banca svizzera UBS: mettono (stecken, steckte, gesteckt) i loro dipendenti in uniforme. Poi si devono solo comportare bene, perché le cattive maniere (die Umgangsform, –en) possono distruggere (kaputtmachen, kaputtmachte, kaputtgemacht) anche il miglior aspetto (das Outfit, -s).

Testo originale: Deutsche Welle Top-Thema 25 gennaio 2011

Vivere nel kibbuz

Un kibbuz (der Kibbuz, Kibbuzim) è un insediamento (die Siedlung, -en) in Israele che è stato creato (errichten, errichtete, errichtet) su basi socialiste. Questo li ha resi interessanti soprattutto negli anni 60 e 70 ai giovani che si interessavano del comunismo.

[Foto: Claudia Adada ha deciso per una vita nel kibbuz]

Claudia Adada è sui cinquant'anni abbondanti e dirige (leiten, leitete, geleitet) la lavanderia (die Wäscherei, -en) del kibbuz "Ramat Rachel" nel sud di Gerusalemme. Questa tedesca è venuta in Israele negli anni 70 come aiutante volontaria - nel 1977 ha deciso di vivere nel kibbuz. Prima questo era per lei un sogno, come dice: "Ai tempi il kibbuz era proprio il comunismo realizzato. Era soprattutto la forma realizzata di ciò che ritenevamo bello, come la comune, la vita in comune, la condivisione."

I primi kibbuz furono fondati (entstehen, entstand, entstanden) all'inizio del ventesimo secolo. I kibbuz erano comunità che colonizzavano (besiedeln, besiedelte, besiedelt) e coltivavano (bewirtschaften, bewirtschaftete, bewirtschaftet) le nuove aree rese produttive (das erschlossenes Gebiet, -e) di quella che era ai tempi Palestina. Negli insediamenti trovavano un posto dove stare soprattutto i nuovi immigrati (der Neuankömmling, -e). Ma andarono lì anche molti giovani dall'Europa che desideravano un comunismo che non fosse imposto (aufzwingen, aufzwang, aufgezwungen) dallo Stato.

Per il lavoro nella lavanderia Claudia prende il corrispondente di (umgerechnet) 900 Euro. Tutti i lavoratori percepiscono (erhalten [erhältst, erhält], erhielt, erhalten) la stessa somma (der Betrag, Beträge) - a prescindere da quale lavoro facciano (leisten, leistete, geleistet). Non è uno stipendio, ma piuttosto un rimborso per le spese personali (das Taschengeld, -er), come dice Claudia. Tutti gli abitanti del kibbuz possono usare certe cose gratuitamente, come ad esempio la lavanderia o la cucina comune.

Ma il futuro preoccupa Claudia. Teme (befürchten, befürchtete, befürchtet) che i kibbuz non abbiano più molto a che fare con il suo antico sogno di una comune. Perché la privatizzazione ha raggiunto anche i kibbuz. Anche i partecipanti diventano meno: mentre nel 1948 un decimo degli israeliani viveva in un kibbuz, oggi non sono più del due percento.

Testo originale: Deutsche Welle Top-Thema 21 gennaio 2011

Contro la violenza nel calcio

Nei giorni in cui gioca la Bundesliga sono spesso al lavoro (im Einsatz) svariate migliaia di poliziotti per impedire violenze sui campi di calcio. Perciò ora poliziotti e tifosi si incontrano per abbattere (abbauen, abbaute, abgebaut) gli opposti pregiudizi.

Bernd Witthaut, il presidente federale del sindacato (die Gewerkschaft, -en) di polizia, lamenta (klagen, klagte, geklagt über) troppe operazioni di polizia sui campi di calcio. Nella stagione (die Saison, -s) 2008/2009 la polizia ha raggiunto la cifra record di 1.5 milioni di ore di lavoro alle partice di calcio. Ad un congresso, organizzato (veranstalten, veranstaltete, veranstaltet) dalla DFB (Deutscher Fußball-Bund) e dal sindacato di polizia, più di 300 partecipanti hanno discusso su vie comuni alla previenzione della violenza.

Tra l'altro, il sindacalista WItthaut ha espresso le sue riflessioni (nachdenken, nachdachte, nachgedacht) su un generalizzato divieto degli alcolici nello stadio e nei suoi paraggi. I tifosi semplicemente (lediglich) ne ridono (schmunzeln, schmunzelte, geschmunzelt): certamente dovrebbero essere invitati ad (auffordern, aufforderte, aufgefordert zu) un uso (der Gebrauch, Gebräuche) ragionevole (vernünftig) dell'alcol - ma, secondo loro, un würstel e una birra sono parte del gioco.

Secondo (zufolge) Gunter Pilz, studioso del tifo e della violenza, soprattutto i tifosi più giovani hanno sviluppato negli ultimi anni un forte rappresentazione del nemico (das Feindbild, -er) nei confronti della polizia. Secondo (laut) Pilz è pericoloso soprattutto il cosiddetto "effetto di solidarizzazione": quando la polizia cerca di interrompere comportamenti illegali, chi non è coinvolto (der Unbeteiligte, -n) non distoglie più lo sguardo (wegschauen, wegschaute, weggeschaut), ma piuttosto solidarizza con i tifosi violenti (gewaltbereit) - uno sviluppo drammatico.

Gunther Pilz ritiene che la comunicazione sia l'unico mezzo di prevenzione della violenza. E per questo motivo esiste il cosiddetto "manager della conflittualità": in un esperimento (der Versuch, -e) ad Hannover questi manager della conflittualità hanno ottenuto che fossero richiesti solo 250 poliziotti alle partite di calcio - prima alle partite a rischio ce n'erano fino ad 800. Anche il congresso è stato un primo passo: tifosi e poliziotti vorrebbero parlarsi tra loro anche in futuro, perché in realtà entrambe le parti vogliono la stessa cosa: rispetto (die Respekt _) e giorni di partita tranquilli.

Testo originale: Deutsche Welle Top-Thema 14 gennaio 2011

L'affascinante Wikipedia

Chi è che riempe il dizionario (das Lexikon, Lexika) online Wikipedia? Sono persone come Tim Hector. Questo studente tedesco scrive e corregge articoli gratuitamente, perché è affascinato dal sistema.

[Foto: Tim Hector al suo computer computer - 40 articoli a 17 anni, sostenitore di Wikipedia]

Ha iniziato a (anfangen [fängst, fängt], anfing, angefangen mit) tredici anni ad impegnarsi con Wikipedia. Per una ricerca scolastica sullo scrittore (der Autor, -en) Friedrich Dürrenmatt ha cercato informazioni in un articolo di Wikipedia e ha trovato un errore di inversione di cifre (der Zahlendreher, -). Si è registrato su Wikipedia, ha corretto la cifra - ed è entrato in gioco (dabei sein). Questo studente diciassettenne dice che è bello scrivere, dare una struttura (strukturieren, strukturierte, strukturiert), rendere disponibili (zur Verfügung stellen) ad altri testi.

Al suo articolo preferito sulla Bayer AG di Leverkusen ha lavorato per più di un anno - è tra i più dettagliati che si trovano nella Wikipedia tedesca. Tim racconta: "Una volta che ho cominciato, ad occuparmi intensivamente (sich einarbeiten in) di una situazione (der Sachverhalt, -e) e scopro sempre più retroscena (der Hintergrund, Hintergründe), lo trovo così avvincente che non posso più smettere (aufhören, aufhörte, aufgehört) di occuparmene.

Tim ha già scritto 40 articoli per Wikipedia e pubblicato circa 14.000 "edit", rielaborazioni di articoli. È vero che siede a volte per ore al computer, ma i suoi amici sono altrettanto importanti. Per mezzo della sua collaborazione a Wikipedia ha conosciuto molta gente, che incontra fuori dal portale (die Plattform, -en) online - ad esempio ad incontri e progetti di ricerca con altre persone che sono affascinate da Wikipedia.

I critici dicono che gli autori di Wikipedia oggi sono meno interessati alla condivisione del sapere. Piuttosto mirerebbero al (streben, strebte, gestrebt nach) potere e al riconoscimento (die Anerkennung, -en) e sempre più spesso litigherebbero con altri autori. Secondo Tim questa è una esageazione (die Übertreibung, -en). E quando capita di arrivare al litigio - ad esempio sulla durata dell'espulsione di un utente per insulti - Tim si ritira dalla discussione. Dice: "Dipende da quanto questo ci importi davvero nel progetto, a me non importa per niente."

Testo originale: Deutsche Welle Top-Thema 14 gennaio 2011

Scompare la moda per anziani

La moda per anziani (der Senior, -en) é spesso pratica e discreta (unauffällig). Ma questo potrebbe cambiare presto, perché ai "nuovi anziani" piace vestirsi con abiti colorati e vogliono potersi mostrare tanto alla moda quanto i giovani.

[Foto: pensionati protestano - non c'è spazio per i colori - anziani sulla strada]

Un autobus turistico si ferma, e nel giro di (innerhalb von) minuti la piazza si riempe di giacchette beige, pullover grigi e gilet (die Weste, -n) color sabbia - tipica moda per anziani, che è fatta per essere confortevole (bequem) e discreta. Ci sono aziende che si sono specializzate in questo e ci guadagnano bene sopra.

Ma queste aziende potrebbero essere più in difficoltà (schwierig) nel futuro, perché le persone che comprano moda per anziani diventano sempre di meno - almeno (zumindest) secondo la valutazione (die Einschätzung, -en) di Elke Gliese. La ex-dirigente dell'Istituto della Moda Tedesca ricerca da dieci anni come cambia la moda e l'autorappresentazione (das Selbstbild, -er) delle persone sopra i 60 anni. Secondo lei, i cosidetti "nuovi anziani" non vogliono, superata una certa età, passare in seconda fila (in die zweite Reihe zurücktreten), tantomeno visualmente (optisch).

Tra questi "nuovi anziani" oggi i ricercatori includono (zählen, zählte, gezählt zu) persone tra i 60 e gli 80 anni. Hans Werner Wahl, ricercatore dell'età avanzata, dice che i più anziani vogliono soprattutto una cosa: "essere considerati come (betrachten, betrachtete, betrachtet als) un gruppo variopinto (farbenreich) quasi come quello dei giovani - anche nella moda." Lo sanno anche le case di moda: invece di "moda per anziani" si parla preferibilmente di moda per "best ager" (persone nella migliore età) o per la "silver generation" (generazione d'argento) perché si pensa alla moda per la gioventù e non per gli anziani.

Elke Gliese ha notato (beobachten, beobachtete, beobachtet) che i "nuovi anziani" oggi sperimentano sempre (stets) novità o vogliono mantenere (erhalten [erhältst, erhält], erhielt, erhalten) la loro immagine giovanile. Molti non prendono atto (ignorieren, ignorierte, ignoriert) di leggi della moda implicite (unausgesprochen). Così nel 2010 i leggin aderenti (hauteng) in pelle sono stati comprati soprattutto da donne che avevano più di 55 anni. La moda per anziani potrebbe effettivamente estinguersi presto, ma questo non vuol dire che tutto diventi stilisticamente migliore.

Testo originale: Deutsche Welle Top-Thema 11 gennaio 2011

Twittare al lavoro

Navigare (surfen, surfte, gesurft) sui social network come Facebook o Twitter costa tempo. Perciò alcune aziende bloccano (sperren, sperrte, gesperrt) l'accesso (der Zugang, Zugänge) ai loro dipendenti. Al contrario (hingegen), altri usano le possibilità dei network.

[Foto: il logo di twitter]

A tuttoggi (mittlerweile) circa mezzo miliardo di persone si sono registrate su facebook e sono lì regolarmente attivi. Sono tanti come gli abitanti dell'Unione Europea. Tra questi utenti di facebook ci sono anche dieci milioni di tedeschi. Usano la piattaforma per comunicare con (kommunizieren, kommunizierte, kommuniziert mit) amici, postare (posten, postete, gepostet) commenti e caricare ("fare l'uploading" - hochladen, hochlud, hochgeladen) foto e video. Anche altri network sociali come twitter, youtube o xing sono amati.

Ma gli utenti dei network non sono attivi solo durante il loro tempo libero: si loggano (sich einloggen, einloggte, eingeloggt) su facebook anche durante l'orario di lavoro. Uno spreco (die Verschwendung, -en) di tempo di lavoro o addirittura (gar) un pericolo per i dati e i computer aziendali? In ogni caso (immerhin) secondo la rivista "Wirtschaftwoche", i virus si potrebbero diffondere (verbreiten, verbreitete, verbreitet) sui network sociali allo stesso modo (ebenso wie) di come accade per via email.

Per questo motivo, alcune aziende bloccano l'accesso dei loro dipendenti ai network sociali. Alcuni vietano loro addirittura completamente la navigazione personale su internet. Perché non è solo un problema di sicurezza. Le aziende non vogliono che il tempo di lavoro venga sprecato. Ma non tutti sono contrari all'uso privato di internet, come spiega Mark Nierwetberg della Deutsche Telekom: "Se qualcuno dice 'nella mia pausa di mezzogiorno mi controllerei volentieri il mio account su facebook', quelli sono affari suoi (das ist seine Sache)"

Come Deutsche Telekom si comportano (sich verhalten, verhielt, verhalten) due terzi delle aziende. Non solo supportano la collaborazione dei loro dipendenti sui network sociali, ma le aziende stesse sono attive sui network: si presentano su propri siti o gruppo. Il vantaggio (der Vorteil, -e) è che qui le aziende possono comunicare direttamente con i clienti e consumatori - e fare pubblicità per i loro prodotti.

Testo originale: Deutsche Welle Top-Thema 7 gennaio 2011

Uno studio che garantisce lavoro

I serbi sono una piccola minoranza slava nella Germania Orientale. All'università di Lipsia si può anche studiare la loro lingua - con buone prospettive di impiego, perché gli insegnanti di serbo sono molto richiesti.

[Foto: Lo studente Jakub Sokol davanti a una lavagna tiene un foglio su cui c'è scritto "Benvenuto" in serbo]

Jakub Sokol, studente polacco di serbistica, è molto interessato alla cultura serba, alla lingua e alle tradizioni (der Brauch, Bräuche) serbe. "È stata per me una grossa sorpresa quando ho scoperto che esistono serbi in Germania", dice questo ventiquattrenne. Considera (betrachten, betrachtete, betrachtet) i serbi come suoi "fratelli e sorelle", perché sono come i polacchi una popolazione slavo-occidentale.

In Germania i Serbi sono una minoranza nazionale riconosciuta. I loro territorio autoctono è nella Germania nordorientale nella provincia di Lausitz. Dopo la seconda guerra mondiale il serbo, lingua secolare (jahrhundertelang) dell'oppressa (unterdrücken, unterdrückte, unterdrückt) etnia serba nel Lausitz, è diventata lingua ufficiale e offerta per la prima volta come materia scolastica. Inoltre venne istituita (einrichten, einrichtete, eingerichtet) all'università di Lipsia il corso di serbistica.

Correntemente (zurzeit) ci sono trenta studenti di serbistica. La maggior parte di loro sono serbi e fanno un dottorato per insegnare (auf Lehramt studieren) perché nel Lausitz c'è richiesta di insegnanti di serbo. La slovacca Marianna Koliova, che siede vicino a Jakub Sokol al corso di grammatica, dice che la lingua serba e la slovacca sono molto simili. Dice: "in realtà ogni slovacco può capire il serbo."

Il corso di studi di serbistica tratta la lingua serba, ma anche la cultura e la letteratura serba. Dato che il numero di studenti è piccolo, i docenti possono trattare (behandeln, behandelte, behandelt) dettagliatamente (ausführlich) tutti i campi della serbistica e occuparsi intensivamente di tutti gli studenti. Marianna Koliova e Jakub Sokol ne sanno far tesoro (zu schätzen wissen)

Testo originale: Deutsche Welle Top-Thema 4 gennaio 2011

Quando nient'altro si muove

L'inverno ci tiene tutti in pugno (im Griff haben): i treni non viaggiano più regolarmente (regelmäßig), gli aeroporti vengono chiusi (sperren, sperrte, gesperrt), il nostro piano complessivo va a rotoli (ins Wanken geraten). Per molti questa è una catastrofe. Ma il caos ha anche un lato positivo.

[Foto: una persona cammina sotto una nevicata - con la neve va tutto più lentamente]

Pensiamo spesso di avere tutto sotto controllo con la nostra tecnologia moderna. E quindi voliamo a piacimento (mal eben) per un meeting a Londra, siamo organizzati al meglio e sempre raggiungibili - fin quando la natura fa uno strappo alla regola (einen Strich durch die Rechnung machen) e le più moderne tecnologie mostrano i loro limiti (an seine/ihre Grenzen stoßen [stößt, -], stieß, gestoßen).

Nell'aprile 2010 le ceneri vulcaniche islandesi hanno gettato nel caos (ins Chaos stürzen, stürzte, gestürzt) l'intera Europa. Per molti giorni migliaia di viaggiatori sono rimasti bloccati (festsitzen, festsaß, festgesessen) negli aereoporti. L'arrivo dell'inverno (der Wintereinbruch, Wintereinbrüche) o un eruzione vulcanica (der Vulkanausbruch, Vulkanausbrüche) devono sempre essere una catastrofe? "No", dice lo studioso del tempo (der Zeitforscher, -) Karlheinz Geißler. Dice: "Guardate anche solo nella pubblicità. Lì ci viene costantemente promesso che tutto va più un poco più veloce (einen Tick schneller). Ma la natura ha un altro ritmo."

Ma molti imparano ad adattarsi alla (sich arrangieren mit) natura. Chi può abbandona (stehenlassen, stehenließ, stehengelassen) la sua macchina. I viaggi che non sono essenziali vengono revocati (absagen, absagte, abgesagt). Ciò che aveva la massima priorità (Priorität haben) diventa improvvisamente poco importante - perché non è ottenibile (erreichbar). E così la riscoperta lentezza ha anche i suoi lati positivi: improvvisamente c'è più tempo per ascoltare traquillamente musica o leggersi un libro. Dovremmo goderci (genießen, genoss, genossen) questa pausa forzata (die Zwangspause, -n). Perché il tempo invernale non dura eternamente e certamente arriva il prossimo periodo stressante (die Stressphase, -n).

Testo originale: Deutsche Welle Top-Thema 31 dicembre 2010